ERINA YASHIMA, direttore
ETTORE PAGANO, violoncello
Antonín Dvořák, Concerto n.2 per violoncello e orchestra in si minore, op. 104
Pëtr Il’ič Čajkovskij, Sinfonia n.5 “Patetica” in si minore, op. 64
Una sinfonia che è un testamento. La Patetica è l’ultima partitura di Čajkovskij. Pochi giorni dopo la prima esecuzione, avvenuta il 16 ottobre 1893 a Pietroburgo, il compositore moriva. In quei giorni, mentre in città infuriava il colera, aveva bevuto dell’acqua non bollita. Forse imprudentemente o forse di proposito, per sottrarsi allo scandalo provocato dalla scoperta della sua relazione omosessuale con un rampollo dell’aristocrazia russa. È una partitura narrativa: Čajkovskij vi racconta esplicitamente della lotta di un individuo, lui stesso, contro il fato ostile. E alla fine arriva la disfatta dell’uomo, raffigurata da un doloroso movimento lento che chiude la Patetica come mai una sinfonia era stata conclusa prima, in un mare di lacrime. La Patetica costituisce un banco di prova per ogni direttore.
Nel suo secondo programma con l’ORT vi si misura Erina Yashima, direttrice nata in Germania da genitori giapponesi, attualmente alla testa della Komische Oper di Berlino, ma contesa dalle massime orchestre del globo. Con lei un talento in erba del violoncello: Ettore Pagano, classe 2003 e già una stella internazionale del violoncello. Si è diplomato nel 2021 al Conservatorio di Santa Cecilia, a Roma, allievo anche di Enrico Dindo, David Geringas e Antonio Meneses. A lui tocca affrontare uno dei Concerti più temibili scritti per il violoncello, quello di Dvořák.